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30 settembre 2022

Visco lancia da Firenze la sua agenda (per governo e Bce)

Il governatore di Bankitalia al convegno della Fondazione Cesifin: prudenza sui tassi, no a nuovo debito pubblico.

Leonardo Testai

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Dalla politica dei tassi nell’eurozona alla risposta allo shock energetico. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha scelto Firenze – nel caso specifico, convegno organizzato dalla Fondazione Cesifin e dalla Florence School of Banking and Finance dell’Istituto Universitario Europeo – per lanciare la sua “agenda” con due destinatari più o meno espliciti: la Banca Centrale Europea, e il futuro governo italiano, che verosimilmente avrà Giorgia Meloni alla guida.

“E’ il ‘Discorso di Firenze'”, ha commentato al termine dei lavori un entusiasta Antonio Patuelli, presidente dell’Abi: “Un discorso di grande saggezza, di grande lungimiranza per uscire dalla crisi, non solo con l’aiuto delle politiche monetarie, ma con strategie complessive europee e nazionali”. Visco ha chiuso un programma dei lavori che, dopo i saluti degli organizzatori (il presidente di Fondazione Cesifin Giuseppe Morbidelli, il presidente dell’Eui Renaud Dehousse, il direttore della Fbf Thorsten Beck), ha visto una tavola rotonda con tre esperti quali Giancarlo Corsetti (Eui), Giovanni Ricco (University of Warwick), Chiara Zilioli (Bce).

“Seguire la Fed potrebbe essere un grave errore”

Il ragionamento di Visco è partito dall’analisi delle risposte europee e americane alla spirale inflazionistica attuale, innescata dalla guerra in Ucraina, dichiarandosi a favore di aumenti graduali sui tassi, basati sui nuovi dati e sulla revisione delle prospettive economiche. “Rialzi dei tassi eccessivamente rapidi e pronunciati – ha detto – finirebbero per aumentare i rischi di una recessione. Qualora il deterioramento delle prospettive economiche si rivelasse peggiore del previsto, un eccessivo anticipo nella normalizzazione dei tassi ufficiali potrebbe risultare sproporzionato, minando la fiducia del pubblico nelle nostre azioni e rendendo paradossalmente più difficile il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio periodo”.

Alla luce della differenza tra inflazione in Europa e in Usa al netto dei prodotti alimentari ed energetici (due punti in più per gli Usa ad agosto), infatti, secondo Visco “ipotizzare che la Bce segua ciecamente la Fed nei prossimi mesi potrebbe essere un grave errore”. Il rischio è quello di “ripercussioni pesanti in tutti i paesi dell’area dell’euro, portando a un inasprimento delle condizioni finanziarie ben superiore a quanto ritenuto opportuno per contenere l’elevata inflazione”.

La “Tassa dello sceicco” è ineludibile

Lo shock energetico, secondo il governatore di Bankitalia, sta avendo conseguenze ancora peggiori della crisi petrolifera del 1973. E non può essere minimizzato. “Occorre comprendere – sostiene – che, come per la ‘Tassa dello sceicco’ degli anni Settanta, lo shock è un onere ineludibile per l’intera area dell’euro, e soprattutto per i paesi più colpiti, come è senza dubbio l’Italia. Il tentativo di annullarne completamente l’impatto sui redditi da lavoro e da capitale sarebbe vano e finirebbe inevitabilmente per avere ripercussioni sull’inflazione”.

Certo, dice Visco pensando anche alle strategie del governo di là da venire, “la politica di bilancio può ridistribuire gli effetti dello shock” dei prezzi dell’energia “tra consumatori, fattori produttivi, generazioni presenti e future, con interventi mirati e temporanei”. Perché sarebbe sbagliato “far deragliare il debito pubblico dal percorso di rientro, in rapporto al prodotto, iniziato lo scorso anno, un percorso necessario per preservare la possibilità di ritorno a una crescita economica forte e duratura”. Ne farebbero spese le generazioni future, caricate “di oneri ingiusti”.

Autore:

Leonardo Testai

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