Una crescita dell’occupazione dell’8,2% tra il 2021 e il 2025, pari a 126.400 posti di lavoro in più, è una crescita estensiva che non basta a spazzare via le nuvole che gravano sull’economia toscana. E’ il quadro tracciato da Confartigianato Toscana, che nel corso dell’incontro con i candidati alla presidenza della Regione ha presentato un documento di proposte chiedendo “una politica economica regionale che guardi con la dovuta attenzione alle due basilari vocazioni produttive della Toscana, ovvero manifattura e turismo”.
Secondo i dati illustrati da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi, la Toscana si conferma la seconda regione più dinamica del Centro-Nord dopo la Valle d’Aosta, ma resta “fortemente esposta alle incertezze dei mercati che frenano produzione ed export”. Nella regione si contano 47.344 imprese manifatturiere, di cui il 54,8% artigiane. Il costo dell’energia, cresciuto del 57% rispetto al 2021, ha colpito più duramente le piccole imprese. “La stretta monetaria – ha spiegato Quintavalle – ha penalizzato gli investimenti: dal 2022 al 2023 con il caro-tassi abbiamo perso un 5% di imprese che non hanno investito nel digitale, mentre il caro-prezzi e lo shock energetico hanno spinto sul green”.
Incentivi su misura, e nuove forme di finanza
Per superare le incertezze dei mercati, le difficoltà di accesso al credito e i costi elevati dell’energia, “servono nuove politiche ed un confronto continuo e costruttivo con le parti sociali ed economiche”, ha affermato Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Toscana. L’associazione propone interventi per semplificazione e legalità, contrasto al lavoro nero e all’abusivismo, tutela del territorio, incentivi su misura per le piccole imprese e accesso al credito che non penalizzi le piccole imprese, con nuove forme di finanza oltre al sistema dei confidi.
Nel videomessaggio inviato all’evento, il presidente nazionale Marco Granelli ha sottolineato che “il dialogo con le istituzioni è indispensabile per connettere i bisogni dell’economia reale con le politiche di sviluppo”, auspicando “un credito più accessibile, un fisco più leggero, una pubblica amministrazione più semplice ed efficiente, energia meno costosa e sostegni efficaci per affrontare le transizioni green e digitale”.
Le ricette dei tre candidati
Sulle richieste di Confartigianato si sono confrontati i candidati, in un clima improntato a una sostanziale condivisione delle istanze di fondo dell’associazione delle Pmi artigiane. Eugenio Giani ha annunciato che delegherà un assessore alla semplificazione “sul piano dell’informatica, perché la sburocratizzazione diventa l’esigenza fondamentale nel momento in cui l’imprenditore come il cittadino si rapporta alla pubblica amministrazione”. Il presidente uscente ha ricordato l’aumento dei fondi strutturali europei “da 400 a 550 milioni nel nuovo settennato”, destinati a innovazione e sviluppo.
Alessandro Tomasi ha richiamato il tema demografico: “L’anno scorso 4.000 giovani sono andati via dalla Toscana, di cui 2.700 laureati. Bisogna trattenere i nostri ragazzi e attrarne di nuovi”, puntando su formazione e welfare. “In alcuni istituti non ci sono neanche i laboratori, così non si formano tecnici. Credo molto negli Its: devono diventare parte integrante del sistema educativo, in collaborazione con le aziende”, ha aggiunto.
Antonella Bundu ha invece insistito sulla necessità di “investimenti mirati, più a favore delle piccole imprese e meno per attrarre grandi multinazionali”. Ha ribadito che la semplificazione deve avvenire “senza togliere controlli o scorciatoie” e ha chiesto di “rafforzare la pubblica amministrazione, non aggirarla”. Tra le priorità indicate anche “il diritto all’energia”, le comunità energetiche e “un bilancio di genere vero, che incida dove la Regione può incidere”.
Leonardo Testai